Andrea, un bambino di Africo, racconta in prima persona del suo paese isolato sull’Aspromonte, dove negli anni ’60 non c’è ancora la luce elettrica né un medico per curare la gente. Alcuni paesani, guidati dal padre di Andrea, decidono allora di costruire una strada di collegamento con i paesi costieri poiché essa rappresenta il sogno, l’idea, la sopravvivenza, il tramite per conoscere altra gente e altre culture. Naturalmente ci sono quelli che per motivi diversi si oppongono a questo progetto: il sindaco della Marina perché ha troppi interessi politici e il malavitoso Don Totò che intende mantenere il suo potere sul territorio. Mentre si snodano le vicende legate alla costruzione della strada, Andrea vive i momenti ideali dell’infanzia e dei primi rossori, e comprende, man mano che la storia si sviluppa, che anche quando le speranze sembrano svanire ci può salvare soltanto l’utopia.
Romanzo delicato, come lo sguardo del protagonista che si affaccia sul mondo, e malinconico,per la consapevolezza che i problemi del Sud sono quelli di sempre.
Una storia ben scritta e coinvolgente che fa emozionare e riflettere.