Una vita senza qualità e senza coraggio, trascinata nel solco delle scelte compiute da altri, un passato di sopraffazione e umiliazione, la solitudine aspra come la sua terra, una Sardegna assai poco mitica, e la svolta in un’esplosione di inconcepibile violenza. Daniele Masala, l’uomo incolore, silenzioso, servile, quasi invisibile, un’ombra nei ricordi dei vecchi compagni di scuola e dei vicini, ha sterminato la famiglia in un giorno di sole: ha ucciso prima i suoceri, poi la moglie e si è seduto sotto al portico a fumare una sigaretta.
Chi ha conosciuto vittime e assassino offre il suo punto di vista in un’alternanza di soggettive. Dalla prigione Daniele Masala racconta senza pudore quello che gli altri non possono sapere, dando in pasto sé stesso ai suoi censori. Carnefici del carnefice dietro gli schermi dei loro device.