Possiamo davvero dire addio a una persona, a un posto che abbiamo amato o che ha fatto parte di noi?
Per il funerale della nonna, Margherita è costretta a tornare a Collina d’Oro, il luogo dov’è cresciuta negli anni Novanta, con i terreni coltivati che danno al paese “quel nome fiabesco e anche un po’ ridicolo perchè d’oro ci sono solo infinite distese di spighe di grano”.
Ad attenderla ci sono la sua vecchia casa, l’amica d’infanzia che non ha più voluto incontrare, il primo amore dal quale è scappata senza spiegazioni. Rivederli significa fare i conti con quindici anni di silenzi e di bugie, ammettere la possibilità del dolore e affrontare verità sopite per troppo tempo, provando a riconciliarsi con gli strappi della vita. Perchè c’è una crepa in ogni cosa e da lì entra la luce.
Con una scrittura schietta e usando la propria geografia personale, Corinne De Cesare racconta un passaggio cruciale nell’esistenza di tutti, uomini e donne: il combattimento con il passato perchè smetta di infestare le nostre vite; il ritorno a casa, dove le radici continuano ad affondare anche se i rami sono andati lontano, e dove, per capire chi sei, basta scrutare negli occhi di chi ti ha visto crescere, ridere e sbagliare.