“Io le ho viste le sue mani, larghe, tozze, con le dita grosse come quelle dei contadini. Le ho visto sgranare il rosario e tese nel dare la comunione. Incrociate sopra il ventre mentre era ricoverato in ospedale, col pigiama celestino a righe e i bottoni madreperlati. E nella sua stanza, afferrate alla tastiera del letto o intente a sollevare le gambe perchè le vene varicose quando ci si mettono fanno un male cane. Anche nei vecchi confessionali, luoghi ideali per un pisolino subito dopo pranzo prima di aprire la chiesa, le sue mani erano sempre lì, tra il bianco del cingolo e il marrone del saio, con le dita a tenersi tra loro.”