di Cinzia Delbò
Luogo: Via Giannetti 50 – Tortoreto Lido (TE)
Scuola di danza di Sabrina La Pietra
INTRODUZIONE
C’è un luogo, un momento che meglio di qualsiasi altra cosa può essere inserito nel mio museo dell’innocenza. Questo luogo è una scuola di danza e quel momento è la lezione di danza. In questo contesto io ritrovo l’innocenza non solo degli oggetti che fanno parte di una lezione di danza ma soprattutto ritrovo l’innocenza e la purezza delle mie emozioni, del mio essere. La danza quando per caso l’ho incontrata diciassette anni fa, mi ha fatto vedere che nell’abisso in cui ero finita c’era ancora un porto sicuro, un isola felice e che quella era la sala prove e la lezione di danza. Lo fece allora per la prima volta e lo ha fatto di nuovo, una seconda volta quando nel marzo 2012 ho deciso di trasferirmi dal mio paese d’origine in provincia di Milano a questa cittadina in provincia di Teramo, Giulianova. Ero smarrita, sola, non conoscevo nessuno e per la secondo volta la danza mi ha aiutato a ritrovarmi e a trovare quei legami sinceri che riescono a crearsi in un contesto così puro e innocente come una scuola di danza. Andrò quindi a descrivere gli oggetti e il luogo in cui attualmente mi ritrovo a fare ciò che più mi rende felice: una lezione di danza.
FOTO 1 – La sala
DESCRIZIONE: SALA DI DANZA CON SPECCHI
Nella prima foto è raffigurato ciò che durante una lezione di danza diventa il tuo amico più caro amico ma nello stesso tempo il tuo più acerrimo nemico: lo specchio. A questo oggetto non puoi mentire, ti fa vedere esattamente ciò che sei e in una disciplina come la danza che è alla continua ricerca della perfezione, lo specchio può dare molte soddisfazioni ma anche molte frustrazioni.
FOTO 2 – Il pavimento
DESCRIZIONE: PARTICOLARE DELLA PAVIMENTAZIONE IN LEGNO
In questa foto potrete vedere il particolare del pavimento che è presente nella maggior parte delle sale prove: il parquet.
Il materiale di cui è fatto, il legno, non solo ha una funzione tecnica particolare in quanto materiale vivo permette di assorbire le vibrazioni provocate dai movimenti di un danzatore, ma sopratutto da un odore all’ambiente che si riconosce subito appena si entra. Quell’odore che sa di luogo sicuro, di posto tranquillo ma che sa anche di fatica, di tempo che passa.
FOTO 3/4 – La sbarra
DESCRIZIONE: OGGETTO DI SUPPORTO PER IL DANZATORE
MATERIALE: NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI IN LEGNO – POSSIBILE ANCHE IL METALLO
LUNGHEZZA: VARIABILE IN BASE ALLO SPAZIO A DISPOSIZIONE
Come per lo specchio, anche questo oggetto può essere sia amico che nemico. Amico quanto appena entri in sala è la prima ad accoglierti, ti aiuta, ti supporta nei movimenti più difficili da compiere, quando senti il legno sotto la mano o sotto la gamba che in qualsiasi stagione dell’anno ha quel suo calore particolare. Quando senti la gocciolina di sudore che dalla schiena trova la strada fino al braccio per poi finire sulla mano e quindi poggiarsi sulla sbarra. Nemico quando la giornata non è delle migliori e quindi qualsiasi movimento tecnico sembra essere impossibile da compiere e quando la sbarra ti ostacola, la senti di impedimento.
FOTO 5- la musica
DESCRIZIONE: STEREO PIONER
FUNZIONE. RIPRODUIONE DELLA MUSICA TRAMICE CD, USB, RADIO, AUX
Questo è un oggetto che può avere diversi significati in base al momento della giornata: quando sono impegnata nel ruolo di insegnante cerco di stare attenta nel scegliere le giuste musiche che aiutino gli allievi a svolgere la miglior lezione possibile; quando invece mi trovo a ricoprire il ruolo di allieva (perché ogni maestro non deve mai smettere di essere un allievo) la musica diventa qualcosa che ti fa muovere dal profondo, dalla quale non puoi sfuggire. Il movimento, che sia tecnico o meno, parte spontaneo senza controllo. Parte innocente dal fondo dell’anima e smuove tutto dentro e fuori da te. Ti rende libera di essere la parte migliore di te.
FOTO 6/7 – La pece
DESCRIZIONE: PECE GRECA O COLOFONIA = RESINA VEGETALE DI COLORE AMBRATO
SOLIDA MA MOLTO FRIABILE
Questo oggetto è di uso specifico per la danza. E’ il nostro salvatore, è un materiale che permette di non far scivolare e quindi di rendere molto più stabile e sicuro un danzatore durante l’esercizio o la performance. E’ un materiale che si presenta molto solido e duro di colore giallino a scaglie, ma che messo nella sua apposita cassetta di legno pronto per l’uso, si frantuma facilmente sotto il peso del piede del ballerino che ne fa uso per sentirsi più sicuro. E’ appiccicosa, si attacca ovunque, non solo alle scarpette ma in quanto polvere arriva fino ai vestiti. Ha odore di resina di albero, odore buonissimo e molto pungente, facilmente riconoscibile
FOTO 8 – Il tutore
DESCRIZIONE: FASCIA ELASTICA PER GINOCCHIO COLOR CARNE
Questo è il mio oggetto dolente, senza questo oggetto purtroppo non posso compiere, senza pensieri, tutti i movimenti che la danza prevede. Sono obbligata ad indossarlo ogni volta che faccio una lezione o una esibizione. Lo trovo estremamente antiestetico quindi quando ci sono esibizioni pubbliche cerco di non indossarlo, correndo un bel rischio. Oltre a questo motivo, non lo indosso perché non voglio che chi mi guarda ballare veda solo quello provando compassione, ma veda la mia anima che si manifesta in ogni movimento. Stringe molto il mio ginocchio sinistro, è parecchio fastidio, ma senza questo io non posso fare quello che mi rende felice: ballare.
FOTO 9/10 – La divisa
DESCRIZIONE: BODY NERO (MARCA Bloch) + CALZA ROSA CON TAGLIO ALLA CAVIGLIA E RIGA CUCITA DIETRO
MATERIALI: BODY = LYCRA + CALZA = NYLON
Questi due oggetti fanno parte della divisa che una danzatrice, in particolare, deve avere. Il colore del body può cambiare ma la base è questa: body e calze. Questi oggetti hanno vari significati, dal mettere il può possibile in evidenza il corpo della danzatrice che è strumento fondamentale per apprezzare il lavoro e l’impegno che ognuno mette in questa disciplina; quando la fatica si fa sentire il body è il primo che la accusa: si impregna di sudore, si sporca di pece. Il materiale di cui è fatto (spesso lycra) si avverte sulla pelle e anzi diventa una seconda pelle.
FOTO 11/12
DESCRIZIONE: SCARPE CON PUNTALE IN GESSO + SCARPE DI TELA + SALVAPUNTA IN LATTICE
MATERIALI: TELA, GESSO, LATTICE, RASO, ELASTICI
Questi sono gli oggetti che mi permettono di essere una ballerina, di essere identificata come tale. Sono scarpette di tela per la lezione (soprattutto) per allenarmi a ciò che verrà successivamente con le altre scarpe chiamate scarpe da punta perché hanno la parte finale in corrispondenza delle dita del piede, del gesso. I puntali servono per proteggete le dita dei piedi che devono entrare nella scarpa da punta e hanno l’arduo compito di sostenere tutto il resto del corpo. I movimenti che ne risultano devono rimanere fluidi e armoniosi, nonostante il dolore che questi oggetti provocano sia a volte intollerabile. Pensate solo che tutto il peso del corpo, per quanto leggero, deve essere sostenuto da dieci piccole dita, in alcuni movimenti anche da cinque alla volta, e una piccola superficie in gesso. Nonostante il dolore che si prova quando si indossano, questo dolore viene percepito come un dolore quasi piacevole che rende felice di fare quello che si sta facendo.
Perché non c’è nessun dolore che possa superare la gioia di danzare.